LA MOSTRA Rassegna a Rovigo allestita a Palazzo Roverella L’ONDA DELLA MODERNITA’

LA MOSTRA. Rassegna a Rovigo allestita a Palazzo Roverella. «L’onda della modernità»

SECESSIONI
ARTE D’EUROPA

Grazia Giordani

Monaco, Vienna, Praga e Roma: viaggio nei capolavori dei maestri che aprirono una nuova strada visuale. Opere di Klimt, Schiele, Casorati

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domenica 08 ottobre 2017 CULTURA, pagina 56

Chi ha avuto la chance di sentire la presentazione a viva voce del curatore della mostra Francesco Parisi sulle Secessioni Europee a Palazzo Roverella (23 settembre 2017-21 gennaio2018),  si è subito reso conto che Rovigo ha fatto veramente un colpo grosso, per originalità delle scelte e nuovo accostamento delle opere accuratamente selezionate.
«Ad ogni epoca la sua arte, ad ogni arte la sua libertà» sono le parole che accoglievano il visitatore all’ingresso del Palazzo della Secessione viennese ideato, come un tempio, dall’architetto Joseph Maria Olbrich e destinato alle esposizioni d’arte.
Il motto, coniato dal giornalista Ludwig Hevesi, fu trasposto graficamente da Gustav Klimt in un celebre manifesto che vedeva Teseo, l’eroe artista, lottare contro il Minotauro, emblema di una cultura al potere, dominata dall’implacabile avversione nei confronti dell’arte moderna.
Anche Klimt, che più tardi riscosse numerosi e ufficiali successi, fu escluso da una delle più importanti mostre annuali viennesi assieme ad altri giovani colleghi costretti a restare nell’oscurità. Incompresi e maltrattati dall’arte ufficiale timorosa d’innovazione, i giovani artisti europei si costituirono in movimenti staccandosi dalle aggregazioni capitanate dagli artisti della precedente generazione, dando vita a vere e proprie Secessioni che, con rapidità moderna,  si diffusero nei grandi centri di area mitteleuropea: Monaco, Berlino, Lipsia, Darmstad, Vienna. Le Secessioni apportarono all’arte moderna un nuovo e più dinamico dibattito che si allargò presto anche in altre città come Praga (Secese), Budapest (Magyar Szecessziò), Sofia, Varsavia (Secesja), Belgrado e Zagabria (Secesija) propagando un gusto più irrigidito delle fluenze dell’Art Nouveau francese e del Liberty anglosassone, ma che includeva stilemi delle varie tradizioni nazionali.
La novità della mostra rodigina, consiste nell’aver creato un ensemble che associa e propone per la prima volta un panorama complessivo delle vicende storico-artistiche dei quattro principali centri in cui si svilupparono le Secessioni: Monaco, Vienna, Praga Roma.
Evidenziando differenze, affinità e tangenze dei diversi linguaggi espressivi  nel primo vero scambio culturale europeo, basti pensare a Gustav Klimt e a Egon Schiele che esposero alle mostre della Secessione Romana o a Segantini che partecipò alle annuali mostre viennesi. Nella rassegna rodigina vengono messi in evidenza gli esiti modernisti della secessione monacense, il trionfo del decorativismo della secessione viennese, il visionario espressionismo del gruppo Sursum praghese fino al crocevia romano e alla sua continua ricerca di una vita altra e diversa.
A battenti appena aperti, l’esposizione  promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in collaborazione con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi,  egregiamente curata da Francesco Parisi, vede già un afflusso notevole di pubblico. Si avvale, la singolare mostra,  della prestigiosa collaborazione delle principali istituzioni museali europee, dall’Albertina di Vienna alla Klimt Foundation, dal Museo Villa Stuck di Monaco alla National Galerie di Praga e di altre importanti collezioni museali europee.
Intelligente la scansione per sezioni tematiche, l’esposizione si apre con la Secessione di Monaco. Molto interessante «Il Lucifero»di Franz von Stuck, tanto per citare una fra le varie opere che caratterizzano il movimento. Della Secessione di Vienna ammiriamo opere stupende di Gustav Klimt.  Della Secessione praghese ammiriamo soprattutto lo splendido «Orpheus»dello scultore Jaroslav Horeic. Vediamo anche opere su carta. Insomma, tutte le espressioni artistiche hanno avuto un loro singolare spazio. A differenza delle secessioni europee, con predisposizione all’estetica simbolista, la Secessione di Roma (1913-1916) esprime una tendenza più libera. E qui ammiriamo il «Nudo» di Enrico Lionne, e fra i molti altri di elevato impatto estetico «Ada» di Felice Casorati.
In un momento di difficoltà economiche, Rovigo ha saputo cogliere la voglia di cultura, addirittura con un continuum nell’attiguo Palazzo Roncale dove abbiamo visto i capolavori dei Concordi, ovvero un’importante selezione di opere della Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi che copre l’arco temporale che va dal Quattrocento al Settecento.
Grazia Giordani

 

 

 

 

8 responses to this post.

  1. sicuramente merita di essere vista.
    Un abbraccio
    GP

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  2. Sì. Merita veramente una visita.

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  3. ciao grazia,
    è sempre un piacere leggere i tuoi articoli.
    Come va??? sta tornando un po’ di luce???

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  4. ops… Grazia (con la maiuscola)

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