Archive for dicembre 2008
16 Dic
Damasco
Nei pomeriggi di questa settimana – alle 18 – la radio terzo canale, nel corso della trasmissione Damasco ci offre la voce di Matteo Collura, scrittore e giornalista culturale del Corriere della Sera, nonché allievo prediletto di Leonardo Sciascia, che ci parla dei romanzi su cui si è formato. L’incipit è avvenuto ieri con un romanzo singolare che anch’io avevo letto da ragazza. Si tratta di Kon Tiki di T.Heyerdhal, (Martello). Un volume veramente singolare che Collura aveva ricevuto in dono da uno zio, nei suoi anni infantili. Mi ha fatto molto piacere questa bella coincidenza, anche perché Matteo è un caro amico di famiglia di cui ho recensito l’opera omnia. Nella foto (In occasione di una delle mie tante presentazioni del suo saggio Eventi), vediamo da sinistra: l’Autore, mio marito, il presidente dell’ente culturale che ci ha ospitato e la sottoscritta che mostra al pubblico il volume di cui ha parlato. M’incuriosisce sapere di quale romanzo o saggio ci parlerà oggi pomeriggio alle 18.
15 Dic
Le streghe di Eastwick
Molti di voi avranno visto negli anni Ottanta il piacevole film tratto dall’omonimo romanzo di John Updike di cui ora Guanda ci ripropone la prima tranche, in attesa che anche in Italia si possa leggere la seconda parte che in America ed Inghilterra è in vetta alle classifiche. Se siete interessati, leggete qui
14 Dic
Il Teatro
Ho sempre amato il teatro. Quando collaboravo al "Carlino" di Rovigo avevo la chance di intervistare gli attori, vivendo qualche bel momento al loro fianco. Ieri sera, in una trasmissione delle ore piccole – quando la notte comincia ad avere nostalgia del mattino -, ho rivisto Giorgio Albertazzi con una ventina di autunni addosso in più, rispetto all’epoca in cui ci hanno fotografati insieme. Eppure, il suo fascino è rimasto immutato, anzi direi, se è possibile, che l’ho sentito più charmant di allora. Brillante, spiritoso, colto nelle citazioni, irresistibile, dotato di quella voce che ti trafigge i desideri, g*
12 Dic
Scoperti da Brunetta: i licenziosi furono licenziati.
(negli occhi il ricordo di un caffè bevuto a Syntagma in un’estate perduta.) lei vide il sangue sul palmo della sua mano, colava da una ferita del polso. i gemelli della camicia slacciati come due ninnoli per addormentare bambini.
come Manto, figlia di Tiresia aveva il dono di predire il futuro ed ebbe la visione della sua Solitudine di sorelle amorevoli che carezzavano la sua fronte poi si persero nell’assenzio.
la testa della medusa volteggiava tra nubi chimiche di piombo… una sanguinante cometa che tracciava un arco perfetto.
la laguna era affamata, come un lungo snodarsi di viscere in movimento. firenze lontana concupiva venezia in un sirtaki ubriaco di pioggia.
rimasero immobili per un tempo lunghissimo
poi s’incamminarono insieme
muovendo identici passi.”
Se in questo momento avesse una rosa , e se dovesse masticare le sue carni, sarebbe in grado di sentire il suo rossore. Glielo aveva sempre detto di non andarsene in giro con la testa fra le nuvole, di non sognare di angeli sporchi e caduti, di angeli azzurri avvolti in una nuvola di fumo nero con un cancro tra i capelli di grano spento che corrode il cervello. L’aveva vista infilare le dita magre e bluastre in un sacchetto per l’immondizia, forse cercava ricordi svuotati della sua giovinezza perduta e disperata.
Stormi di uccelli neri volteggiavano sopra Piazza San Marco, in bocca avevano pezzi di carne macinata senza sangue, ultimo lurido pasto prima che il fantasma del colera virtuale si impossessasse di lui, un Von Aschenbach impazzito per i capelli biondi e il viso pallido di un Tadzio lontano, ma vicino nel fluido mentale. Tadzio dai lineamenti efebici, ai suoi occhi incarnava quell’ideale di bellezza eterea cui aveva tentato faticosamente di dare espressione nelle sue creazioni artistiche, le sue ceramiche spezzate, le sue tele squarciate, le sue pagine strappate Come se dal libro aperto scaturisse una dama nera con la lama scintillante e l’afferrasse per portarlo sotto le acque salmastre e putride del Canal Grande.
Death & Venice . Sentiva scendere il sangue… La vide seduta al bar, ne aveva fotografato i gesti… l’angelo azzurro dalle labbra viola. Cerchi di anelli di fumo rompevano l’atmosfera piatta del locale come note vibranti della Terza e della Quinta Sinfonia di Mahler.
Le offrì da bere. Assenzio verde scura come i colori del mare in tempesta, che si estendeva al di là del suo sguardo.La lasciò lì, sola e senza risposte. Non si erano detti niente, parlavano con la mente.
Sono l’ombra oscura dei tuoi pensieri. Il grido inascoltato che rompe il tuo silenzio .
"No, non ti voglio ascoltare…..hai scavato dentro di me… mi vuoi rubare l’orgoglio, mi vuoi rubare il dolore, mi vuoi rubare i sapori, mi hai già rubato le parole . "Adesso, veramente buonanotte, g*
11 Dic
10 Dic
Felicità
"Capita a volte di sentirsi per un attimo felici. Non fatevi cogliere dal panico E’ questione di un attimo e passa."
(Gesualdo Bufalino)
7 Dic
Presentazione
Martedì 9 dicembre – ore 21 – in sala consiliare a Badia Polesine (RO) presenterò Mare Notte (Mursia) di Donatello Bellomo. Sarà presente l’autore e sarebbe molto piacevole potervi incontrare, se abitate in zona, in questa occasione, g*
6 Dic
Girovagando
Girovagando per il web, incontro belle penne, dense di pathos, come possono essere quella di Orsarossa, solo per citarvi il nome di una donna poeta di raro spessore drammatico. Oppure, incontro scrittura ingentilita da levitas, graziosa come un merletto, adatto ad orlare il tessuto della nostra attesa natalizia. Grizabella aveva scritto questi vesi anni fa, per i suoi bambini ancora piccoli. E io ritengo che abbiano il magico potere di far ritornare ancora oggi un po’ bambini anche noi, sulle ali della dolcezza, g*