Stamani – nell’ inserto libri – L’Arena ha pubblicato le mie recensioni di Troppo amore – nuovo romanzo di Almudena Grandes – e di Profumi, giochi e cuori infranti, opera di Joanne Harris. Se vi fa piacere, potete leggerle di seguito qui sotto.
UN FATALE TRIANGOLO D’AMORE
Da Le età di Lulù – celebre romanzo scandalo di Almudena Grandes, da cui Bigas Luna ha tratto un grande film, con Francesca Neri – l’autrice, pur mantenendo la sua forte vena erotica, sembra aver fatto passi avanti, in un cammino di indagine psicologica più sottile ed intimista, sorretta da accenti più decisi e profondi.
Ed è Guanda, nella bella traduzione di Roberta Bovaia, a portare in Italia, per noi, Troppo amore, il nuovo libro della scrittrice spagnola, pagine sensuali più che mai, seppur scritte con la consueta capacità della Grandes, di regalare naturalezza anche alle situazioni più assurde e lontane dalla morale comune. Qualità – questa – che ci sembra portare una marchiatura fortemente iberica, visto che spesso, anche nei film di Almodóvar, abbiamo avuto modo di rilevarla.
In questo nuovo esempio letterario – in Troppo amore – tutta l’azione è chiusa dentro un triangolo amoroso vissuto a tre, ovvero tre corpi, intelligenze e cuori, con relative emozioni, come se fosse il consueto, scontato binomio di sempre.
«Era il 1984, e noi avevamo vent’anni, Madrid aveva vent’anni, la Spagna aveva vent’anni, e ogni cosa era al suo posto.» Questa è la frase sintesi della situazione di allora, del mondo della movida che fa da sfondo alla narrazione.
A riportare a galla i ricordi di quel lontano vissuto è una telefonata che annuncia a Maria José Sánchez la morte di Marcos, uno dei due giovani artisti con cui ha vissuto l’anomala storia d’amore. Ed è proprio Jaime, l’amico di Marcos a recarle la luttuosa notizia. Il passato la invade, a questo punto, come una fiumana impossibile da arginare e tutta la passione di allora, negli anni della sua prima giovinezza, per l’arte, per l’amore e per il sesso, che è poi per lei e i suoi due compagni, passione sfrenata per la vita, balza fuori prepotente dalla pagina e ci viene incontro, riscaldando le nostre fantasie. A questo proposito, non possiamo esimerci dal chiedere a noi stessi, pur consapevoli di restare senza risposta, fino a dove sia naturale la vena di queste scrittici definite erotiche e quanto invece propendano a calcare la mano, proprio per stuzzicare le curiosità nascoste di lettori alla ricerca di nuove emozioni.
Tornando comunque alla trama, Jaime e Marcos sono due vecchi amici, compagni di studio all’Accademia di Belle Arti, egualmente innamorati dell’affascinante Maria José, imprigionati dallo stesso groviglio di lenzuola di un letto che li accoglie insieme, complice dei loro scatenati incontri, in un’atmosfera fumosa, intrisa di alcol, acquaragia e hashish.
Ma il tre è un numero pericoloso, elusivo, per certi versi fatale, come poi dimostra di essere nell’epilogo del romanzo, quando il terzetto non è più così compatto, e – alternativamente – i due ragazzi vorrebbero l’innamorata tutta per sé, riducendo a duetto il loro ménage. Eppure, sembrava indissolubile questo loro sodalizio amoroso che li aveva indotti a risolvere insieme anche blocchi sessuali e sensi di colpa, dove Jaime sembra essere sempre il più forte, maturo e vincente, Marcos, artista di più spiccato talento, anche il più avvenente, dotato della bellezza di un «arcangelo» e Maria José, oggetto-soggetto d’amore tra i due.
«Era troppo amore. Troppo grande, troppo complicato, troppo confuso, e azzardato e doloroso. Era tutto quello che potevo dare, più di quanto mi convenisse. Per questo s’infranse. Non si esaurì, non finì, non morì, semplicemente s’infranse, crollò come una torre troppo alta, come una scommessa troppo alta, come un’aspettativa troppo ambiziosa.»
Alla fine, i due sopravvissuti si incontrano al funerale dell’amico suicida, eppure, in quel momento, sembra quasi ricomporsi per un attimo, in maniera surreale, lo spezzato triangolo: «Rise lui, risi io e immagino che anche Marcos, dal sedile posteriore, lo abbia fatto. Era passato parecchio tempo, ma a nessuno dei tre sfuggiva che Jaime e io, da soli, non saremmo mai andati da nessuna parte.» (g.g.)
Almudena Grandes Troppo amore Guanda pp.166 € 13
NEI GIROTONDI DI FANTASIE DI JOANNE
Chi ha gustato il delizioso Chocolat – uscito dalla penna di Joanne Harris, poi tradotto in film di grande successo -, certo avrà preso in mano Profumi, giochi e cuori infranti della stessa autrice, con molte aspettative, come si usa fare quando si è apprezzato il libro piacevole di un autore e si spera di trarre dalla nuova lettura altrettanto godimento. Con questo non vogliamo dire che la raccolta di racconti della brillante inglese sia una delusione, però – pur essendo la sua ancora «una scrittura di grande godibilità», come afferma l’«Observer», questa volta l’incanto è meno totalizzante, sarà anche perché, trattandosi di racconti, non in tutti abbiamo trovato identica misura di fascino.
Certo, la Harris è molto simpatica, lo è anche quando – intervistata – parla di se stessa, con briosa semplicità, senza spocchia, con vera naturalezza. Nata nello Yorkshire da madre francese e padre inglese, dice: «Essendo figlia di due culture in un ambiente non certo cosmopolita, ero una bambina un po’ isolata, e quindi ho imparato in tenera età a cercare una via di fuga nei libri e nella scrittura di storie. I miei primi dieci anni di vita li ho trascorsi in uno stato quasi perenne di fantasticherie, avendo come compagni personaggi fantastici e immaginari.» Non nasconde i suoi insuccessi «come ragioniera e musicista», e la sua poca propensione a fare la massaia; insomma va da sé che il suo destino era quello della scrittura e ha fatto bene a seguire questa sua naturale inclinazione. Ha interessi molteplici che vanno dal giardinaggio, all’occultismo, alla danza, al cibo che supponiamo sappia anche cucinare con gusto, visto che in passato ha pubblicato pure un ricettario di successo.
E il fiore delle fantasticherie di Joanne si fa pieno frutto proprio nei suoi racconti, quando ci parla de La sorellastra di Cenerentola, invertendo la morale della favola, o quando ci propone le disavventure di un insegnante – Mr.Fisher – metodico, con pochi mezzi economici che «aveva usato la stessa vecchia cartella di cuoio per oltre quarant’anni, ed era ancora in buone condizioni, seppure consunta e con le cuciture allentate per i diecimila, centomila temi d’inglese…». Povero professore, proprio quando ha trovato nel tema di un alunno un’ispirazione per scrivere qualcosa di sensazionale – rubando l’idea all’allievo, ovvero l’ «Ultima Storia», qualcosa di «assolutamente originale» – è tradito da una scucitura della cartella che gli fa perdere il prezioso bottino. E sarà la polizia a rintracciarlo, mentre scava disperatamente nella neve, con l’ostinazione di un cercatore d’oro, «gli occhi stravolti, la faccia livida, che borbottava febbricitante fra sé e sé.»
I temi di Profumi, giochi e cuori infranti, spesso hanno il sapore del surreale, se non addirittura del pazzesco e qui sentiamo tutto il divertimento della scrittrice che tira la corda dell’ispirazione fino all’estremo, giocando con le sue invenzioni per portare anche noi dentro i suoi girotondi di fantasie, dove incontriamo streghe di provincia e croniste mondane, animali umanizzati (uomini-lupo), giovani sposi in catastrofica luna di miele napoletana, ma anche due deliziose vecchiette ospiti di una casa di riposo. Ed è su queste due figure femminili che vorremmo soprattutto fermare l’attenzione perché Faith e Hope ci sembrano essere i personaggi più riusciti e toccanti dell’intera raccolta. Così piene di ingenui desideri inadatti al loro stato – secondo la logica comune – avrebbero affascinato Frank Capra. E anche a noi regalano un momento di divertita tenerezza, quando si concedono una “zingarata”, fuggendo dalla casa di riposo per avere un giorno d’evasione, paralitica in carrozzella l’una, cieca l’altra, comunque in grado di cavarsela e di raggiungere, almeno in parte le mete che si erano prefisse, lasciando per noi, alle loro spalle, una tenue traccia di profumo: quello della rosa bianca che alla fine della loro breve fuga hanno ricevuto in dono. (g.g.)
Jooanne Harris Profumi, giochi e cuori infranti Garzanti pp.248 € 14,50