L LIBRO. Brunella Schisa per Neri Pozza
Truffe, furti, intrighi
La Francia ai tempi
di Maria Antonietta
Grazia Giordani
«La nemica» ripercorre le vicende di Jeanne de la Motte nel 1785-91
- giornale
domenica 31 dicembre 2017 CULTURA, pagina 61
La copertina di «La nemica»
Grazia Giordani L’affascinante libro di Brunella Schisa
L’affascinante libro di Brunella Schisa «La nemica», (Neri Pozza, pp.428, euro18) ci racconta nel dettaglio non una storia romanzesca, come potremmo sospettare, piuttosto la cronaca, in bello stile letterario, di quello che successe tra il 1785 e il 1791, quando Jeanne de la Motte, la celebre avventuriera, discendente decaduta dei Valois di Francia, ordì e realizzò una delle truffe più colossali della storia, contemporaneamente organizzando ai danni di Maria Antonietta una feroce ed efficace campagna denigratoria. La maliosa avventuriera si è macchiata di tre gravi reati: furto, falso e lesa maestà. Fingendo di agire per conto di Maria Antonietta, ha convinto il grande elemosiniere di Francia, il cardinale Rohan, a comprare e consegnarle un favoloso collier di diamanti con oltre seicento pietre tra le più belle d’Europa.
Jeanne de la Motte subì l’arresto, fu sottoposta a pubblico supplizio, com’era nell’uso di quel tempo e, imprigionata a vita, riuscì a fuggire in maniera rocambolesca, degna di un classico romanzo d’avventure, abbandonando il carcere e mettendosi in salvo fuori dai confini di una Francia martoriata dalla Rivoluzione e dai suoi sanguinari fautori.
Naturalmente, un romanzo del genere non viene scritto di getto, ma è frutto di una lunga gestazione, fatta di accurate ricerche storiche e letterarie (persino Dumas, a suo tempo, se n’era interessato, scrivendo addirittura un romanzo sull’ «affair du collier de la Reine» ed anche Victor Hugo non era rimasto indifferente alla pruriginosa storia, raccontando il suo incontro con il principale complice di Jeanne, lo squallido marito Nicolas de la Motte).
L’Autrice si concede solo l’invenzione di due personaggi indispensabili al concatenarsi della trama.
Il libro torna utile, in maniera piacevole, anche a fini didattici, permettendoci un gradevole ripasso dei prodromi della Rivoluzione francese, dell’assetto politico della Francia di Luigi XVI, della disastrosa situazione economica del suo regno, dei fatti del luglio 1796 e delle loro conseguenze fino al 1791, anno della morte di Jeanne de la Motte, pur mantenendo qualche ragionevole dubbio sulla veridicità di questa morte, poiché non v’è certezza assoluta sulla versione storica ufficiale.
Del resto, un po’ di mistero non guasta.
Altro interessante protagonista dell’intrigante ed intrigato caso storico, oltre a Jeanne de la Motte, è Marcel, un giovane giornalista, cui lo zio, Jacques Renéaume de la Tache ( anch’egli realmente esistito: fu giornalista ed editore della Gazette de Gazzettes) insegna il mestiere, e nemmeno troppo in sordina.
Brunella Schisa, l’illuminata autrice, a sua volta importante giornalista ci parla di fake news, di manipolaioni dell’opinione pubblica e dei disastri che ne posson scaturire, ci racconta di politici incapaci, di costumi decadenti e di coscienze corrotte.
Potremmo quasi dire, per estensione, che ci troviamo di fronte ad un vero racconto solo parzialmente fatto anche di fiction, un réportage valido anche ai tempi nostri, sotto l’abito di un romanzo storico, perché il cuore dell’uomo, nonostante il migrare dei secoli, in buona sostanza cambia poco.
Grazia Giordani