Sappiamo bene che nulla avviene per caso. C’è infatti sempre una proustiana madeleine per tutti noi. Mi è bastato posare l’occhio sul catalogo NasonMoretti – storica vetreria di Murano che produce la collezione “Le bottiglie Morandi” –, perché il ricordo della voce di mia madre, riprendesse a raccontare quanto mio padre – lo scultore Giorgio Giordani – amasse ed ammirasse sconfinatamente il suo Maestro, Giorgio Morandi. Scherzosamente, e nel contempo con devozione, lo definiva “il poeta dei vuoti a rendere”, tanto era incantato da quelle sue metafisiche nature morte, dipinte dalla luce, in cui l’apparente semplicità dei contenuti (vasi, bottiglie, ciotole, fiori, paesaggi, rari ritratti) si fa protagonista, in sordina, con i suoi “azzurri commoventi”, sempre stando alle parole di papà.
E l’accorta vetreria di Murano ha colto nel segno ‹‹ puntando sui colori, partendo dalla convinzione che essi siano fondamentali energie per il benessere individuale e si è distinta nel tempo per l’utilizzo di gamme e combinazioni cromatiche che non hanno eguali››, ispirandosi all’originalissima opera di uno dei più grandi pittori del Novecento.
Cosa direbbe il Maestro – ci vien fatto di pensare – se in luogo degli oggetti qualsiasi, affastellati nella sua casa in Via Fondazza, dove non ha mai avuto un vero studio -, vedesse i “figli della sua ispirazione” ? Conoscendo la sua mitezza di carattere, abbiamo l’impressione che sorriderebbe. La venalità non gli apparteneva in nessun modo. Non avrebbe nemmeno voluto separarsi dalle sue opere che i mercanti d’arte gli strappavano a poco prezzo. Era un puro, Morandi che oggi sarebbe esterrefatto nel vedere quanto valgono le sue tele.
Le coincidenze nella casualità si susseguono nella vita Morandi- Giordani: intanto omonimi, poi il Maestro, nato nel 1890, ha vissuto i suoi anni adolescenziali proprio in Via Lame, dove Giordani, mio padre, suo devoto allievo all’Accademia di Belle Arti, nato nel 1905, aveva un grande atelier, in buona parte, in seguito, distrutto dalla guerra. E, ancora, entrambi sono sepolti alla Certosa di Bologna, nella parte antica del cimitero, quella che ospita anche la tomba di Giosue Carducci. Sulla tomba del Maestro, morto settantaquattrenne, un ritratto dell’amico Giacomo Manzù; su quella di Giordani, morto trentacinquenne, un medaglione dell’amico Cleto Tomba, raffinatissimo scultore.
Mi commuove pensare come uno dei più grandi pittori italiani, la cui fama è legata non solo alle nature morte, con particolare rilievo per le famose bottiglie, ma anche per le acqueforti di rara qualità, non veda il museo permanente che l’allora sindaco di Bologna, Renzo Imbeni ha reso possibile gli venga dedicato. Chissà se sarebbe contento, lui così schivo, che rifuggiva gli onori e non amava esporre le sue preziosità?
Mio padre è morto troppo giovane perché la sua città lo ricordi.
Ma noi, ripensiamoli vivi questi artisti di varia grandezza ed età. Rivediamoli seduti al Caffè San Pietro, anche lui distrutto poi dalla guerra. ‹‹Quando compariva Giorgio Giordani – scrive il critico Ruggeri -, sempre in compagnia della moglie, era per tutti una festa. La sua eccezionale vitalità sprigionava una carica di humour che si traduceva all’istante in raffiche di battute, da restare incantati. Più riservato, Giorgio Morandi era ascoltato con estrema deferenza; più timido Minguzzi, allora agli esordi; mordace Virgilio Guidi, simpatici i fratelli Bacchelli; numerosi si univano al gruppo campioni dello sport ed uomini di teatro . . .››
Con un salto nel surreale, dove tutto è possibile, mi piace immaginare che questi uomini d’eccezione avrebbero brindato volentieri versando le bevande dalle eleganti bottiglie della vetreria NasonMoretti.
Prosit alla loro imperitura memoria !
Grazia Giordani
Posted by graziagardenia on 10 gennaio 2017 at 18:55
Perdersi dentro i ricordi . . .
Posted by newwhitebear on 10 gennaio 2017 at 21:40
uno stupendo ricordo di tuo padre, associato alle creazioni di Morandi. Il cerchio si chiude con la vetreria di Murano.
Sembra bravissima nel cogliere le sfumature delle personalità eclettiche di tuo padre di Morandi.
Posted by alberto anelli on 11 gennaio 2017 at 18:25
Le memorie proustiane sono sempre emozionanti come la tua scrittura…
Posted by graziagardenia on 12 gennaio 2017 at 20:33
Grazie, Alberto Anelli
g.
Posted by infuso di riso on 19 gennaio 2017 at 21:58
complimenti per il blog, bellissimo e molto emozionante questo post…
ti seguo volentieri
daniela
se ti va di seguirmi ecco il mio piccolo blog https://infusodiriso.wordpress.com/